A volte le cardiopatie sono apparentemente asintomatiche.
In quel caso è fondamentale il controllo periodico dal medico veterinario, che saprà trovare piccoli segni invisibili al proprietario.
Molte patologie cardiache sono congenite.
E’ dunque bene informarsi se, nella razza che abbiamo scelto, sono presenti problemi di questo tipo.
E’ importante rivolgersi ad allevatori consapevoli che selezionino accuratamente i riproduttori.
Alcune malattie ereditarie si manifestano subito dopo la nascita, altre successivamente.
Per questo motivo il medico veterinario, in base anche alla razza, deciderà la cadenza e la tipologia dei controlli da effettuare.
Le malattie congenite, oltre che dipendere dall’ereditarietà, possono essere provocate da fattori infettivi, tossicologici, ambientali incorsi durante la vita fetale.
Le cardiopatie acquisite, infine, possono svilupparsi in ogni razza e tipologia di cane e dipendono da molti fattori.
Le cardiopatie, cioè le malattie che colpiscono il cuore, sono diffuse fra i nostri amici pelosi molto più di quanto ci si aspetterebbe.
Ma come possiamo accorgerci se il nostro cane ha problemi cardiaci?
Alcuni segni clinici devono allarmare il proprietario: innanzi tutto una ridotta tolleranza all’esercizio fisico. Il cane si stanca presto, respira in modo affannoso anche per piccoli sforzi come fare le scale o al ritorno da una breve corsa nel prato.
La tosse e l’affanno possono essere sintomi di cardiopatia.
In alcune patologie le mucose (queste variazioni sono ben visibili osservando la bocca del cane) appaiono bluastre, altre volte sono pallide, altre più scure del normale.
Se lo stadio di malattia è avanzato si possono avere difficoltà respiratorie, versamento addominale (pancia contenente liquido), sincopi.
Durante queste ultime il cane presenta debolezza alle zampe posteriori, cade a terra in genere steso su un fianco con le zampe rigide.
Cosa si può fare per prevenire l’insorgenza delle cardiopatie?
Oltre a informarsi attentamente prima di scegliere un cucciolo sulle possibili cardiopatie ereditarie, è necessario prevedere regolari controlli dal proprio medico veterinario di fiducia. La cadenza dovrebbe essere almeno semestrale, più alta nel primo anno di vita e quando il cane diventa anziano.
Nel caso il veterinario lo ritenga opportuno, è possibile ricorrere a esami specifici quali controllo ematologico, misurazione della pressione sistemica, elettrocardiogramma, radiografia del torace, ecocardiografia, ecodoppler.
Le visite al cuore, tuttavia, non bastano.
È necessario tenere sotto controllo non solo l’apparato cardiocircolatorio ma anche gli altri apparati: disfunzioni renali, disendocrinie, neoplasie possono incidere in modo sostanziale anche sulla salute del cuore.
Per il resto, il cane dovrebbe condurre una vita sana, con adeguata alimentazione e appropriata attività fisica.
Un paio di raccomandazioni importanti: attenzione al sale da cucina, che può predisporre, se in eccesso, a cardiopatie e problemi renali, e attenzione alla forma fisica perché, come nell’uomo, anche nel cane l’obesità predispone a problemi cardiocircolatori.
Detto questo, la medicina veterinaria ha fatto enormi passi avanti nella prevenzione, diagnosi e cura della malattie cardiovascolari.
I proprietari possono dunque affidarsi al proprio medico veterinario che, effettuati i controlli di base, potrà continuare direttamente nella diagnosi e nell’eventuale terapia oppure riferire a colleghi cardiologi sempre più all’avanguardia.
A cura di
Dott.ssa SILVIA MACELLONI & Dott. MARCO MELOSI
A.N.M.V.I.
Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani
Tratto da Mensile PetFamily n° 5/2012