Appena la stagione fredda termina, anche i cani possono godere di giornate sempre più lunghe e assolate per essere portati a passeggio, magari in placide stradine di campagna.
Ma questo quadro primaverile, dai pomeriggi luminosi e le temperature tiepide, può essere disturbato da chi inopportuno e fastidioso lo è per antonomasia: insetti, ragni, scorpioni.. e, non solo noi, ma anche i nostri "amici" possono spesso risultare vittime delle loro fastidiose punture ...
A onor del vero, sovente indotte proprio dal loro comportamento canino, incuriositi, fin troppo, da questi esserini volanti, rumorosi, colorati e decisamente ... armati, che non esitano a difendersi dai tentativi di agguantarli o calpestarli.
Tra gli Artropodi più agguerriti e, talvolta, effettivamente insidiosi per i cani, ritroviamo api, vespe, calabroni e scorpioni.
Decisamente meno pericolosi sono i ragni (almeno in Italia).
Le api, coese nel loro sciame e assolutamente decise a difenderlo contro ogni aggressione, pungono, in gran numero, quasi solo se decisamente minacciate.
In effetti, il loro pungiglione velenoso, collegato all'intestino dell'artropode, una volta conficcato nella cute del cane, non può essere più estratto da parte dell'insetto, determinando la morte certa dell'ape stessa.
E' per questo indegno quanto ineluttabile destino che esse, se pur eroiche, attaccano solo in rari casi di pericolo evidente per tutto il nido.
Discorso opposto va fatto per vespe e calabroni che, soprattutto per quanto riguarda le prime, sono insetti che attaccano anche singolarmente, più individualiste e irritabili rispetto alle api, avvantaggiate dall'avere un pungiglione retrattile che permette loro di attaccare più volte il malcapitato.
Api, vespe e calabroni sono definiti Artropodi Imenotteri, accumunati dal produrre un veleno fortemente irritante e allergizzante a causa delle sue componenti enzimatiche quali ialuronidasi, fosfolipasi, istamina e numerose tossine.
Il fastidio, se non il vero e proprio dolore, provocato dalle loro punture ai nostri cani, varia moltissimo in intensità e gravità, relativamente a diversi fattori; l'insetto che punge, il numero delle punture e la loro sede, lo stato immunitario del cane punto possono, infatti, determinare un reazione soggettiva al veleno inoculato.
In effetti, un cane mai punto prima da un determinato insetto e/o che subisca un solo attacco, di solito non presenta una sintomatologia imponente, ma limitata a fastidio e bruciore improvvisi della parte interessata, con prurito, edema, rigonfiamento e arrossamento della stessa.
Il fastidio tende ad attenuarsi nell'arco di una mezz'oretta, per lasciare il posto alla formazione di una crosticina o di una piccola pustola.
Generalmente, in questi casi può essere di sollievo l'utilizzo locale di una semplice pomata cortisonico-antibiotica.
Il discorso cambia e la situazione si aggrava se anche una sola puntura viene effettuata in laringe, cioè in gola, per la cattiva abitudine che i cani hanno di afferrare tali insetti con la bocca, in tal caso, l'edema e il rigonfiamento che ne segue possono portare ad una rischiosa riduzione del lume delle vie respiratorie superiori, con conseguente necessità di un tempestivo intervento farmacologico e meccanico (ossigenazione) da parte del veterinario.
Anche una puntura in prossimità o nell'occhio da complicazioni importanti quali blefarite, cheratite e uveite.
Quando le punture sono numerose, o nel caso in cui il cane sia stato già punto dallo stesso tipo di insetto e sia divenuto allergico al suo veleno, la risposta immunitaria dell'organismo può, invece, essere tale da far rischiare la vita dell'ausiliare; abbiamo così vomito, diarrea, disturbi epatici, finanche shock e un fatale collasso cardiocircolatorio che può sopraggiungere in mezz'ora-quaranta minuti dalla puntura.
Più raramente sono gli scorpioni comuni nostrani, fortunatamente più piccoli e non così velenosi come quelli africani, americani ed asiatici, a recare danno ai nostri cani, se individuati accidentalmente tra le rocce o in piccoli anfratti.
In tal caso i sintomi sono generalmente localizzati, caratterizzati da dolore intenso, eritema ed edemi che svaniscono in poche ore, meglio se controllati con una pomata antibiotico-cortisonica.
E' per tali premesse che il consiglio spassionato, nel sospetto che il nostro cane sia stato punto da uno di questi insetti, è quello di cercare di rimuovere delicatamente il pungiglione, se c'è ancora, e di condurre l'animale rapidamente dal veterinario, per assicurargli le cure del caso che andranno, a seconda delle necessità, dalla semplice disinfezione della zona colpita con somministrazione di una pomata antibiotico-cortisonica locale, alla fluidoterapia (flebo), farmaci antishock (cortisonici e antistaminici), antidolorifici e ossigenazione nei casi più gravi.
Inoltre, se siamo a conoscenza dell'allergia sofferta dal nostro cane, in passato, per le punture degli artropodi, può essere molto utile farlo presente al nostro veterinario di fiducia che non mancherà di prescrivere dei cortisonici di semplice utilizzo da recare con voi in ambienti "a rischio" e da poter utilizzare sull'ausiliare, come primo soccorso nel caso si verifichi lo spiacevole evento.
Articolo di Sara Ceccarelli Medico Veterinario
Tratto dal periodico ENCI "I nostri Cani" n° 3/2011