Gli
Ixodida sono un sottordine di acari che comprende tre famiglie di zecche.
Le due principali sono:
Ixodidae o "zecche dure" e
Argasidae o "zecche molli". La terza famiglia che comprende una sola specie (Nuttalliella namaqua), è quella delle Nuttalliellidae.
Sono parassiti ematofagi di molti animali e anche dell'uomo e possono essere pericolosi agenti di trasmissione di malattie infettive.
Le zecche sono lunghe più o meno 1-2 mm negli stadi giovanili, ma anche più di un centimetro nello stadio adulto.
L'apparato boccale è composto da un rostro, dai palpi, dai cheliceri, da ghiandole salivari che secernono sostanze cementanti, anticoagulanti e vasocostrittrici per favorire il pasto di sangue sull'ospite. Sono presenti tre paia di arti nella fase larvale, quattro nella fase successiva.
Gli stadi di sviluppo sono suddivisi in larva, ninfa e adulto.
Ad ogni pasto la zecca si stacca ed effettua la muta nell'ambiente; in seguito cerca un altro ospite su cui nutrirsi.
Gli stadi larvali si nutrono su ospiti diversi da quelli richiesti dagli adulti.
I primi cercano piccoli mammiferi e insettivori (uccelli, lucertole); le femmine adulte e le ninfe utilizzano come ospiti i mammiferi più grandi, compreso l'uomo.
Il maschio adulto non si nutre.
Nelle larve l'esoscheletro è formato da un sottile strato di cuticolina, che si ispessisce con lo sviluppo.
Nella femmina adulta lo scudo chitinoso ricopre solo la parte anteriore per consentire l'ampliamento enorme dell'addome durante il pasto.
Le zecche si trovano nell’erba, nei cespugli e negli ambienti rurali, con grande capacità di attaccare diversi ospiti animali, domestici e selvatici, compreso l’uomo.
Amano gli ambienti umidi ed ombreggiati con vegetazione bassa o i letti di foglie secche, meglio se boschivi e con erba incolta, come pure le zone di confine tra prato e bosco soprattutto se con presenza d’acqua.
Nei climi più freddi generalmente é presente all'interno di case, appartamenti e strutture legate ai cani.
Sono presenti in tutte le aree del nostro territorio, fino a qualche anno fa più in collina che in pianura, però negli ultimi anni si trova anche nei giardini delle metropoli ed è resistente a condizioni ambientali sfavorevoli.
Le specie più note sono
la zecca del bosco (
Ixodes ricinus)
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] è scura e molto piccola, quindi difficile da vedere: negli stadi di larva e ninfa non è più grande di una testa di spillo e l’adulto è di poco più grande,
Il ciclo di vita di
Ixodes ricinus comprende tre stadi: larva, ninfa e adulto (maschio o femmina).
Durante tutta la sua vita si nutre solo tre volte, una volta per ogni stadio.
I pasti durano 2-3 giorni per la larva e 6-7 per la femmina, dopo di che la zecca si lascia cadere al suolo.
Tra un pasto di sangue e l'altro passano diversi mesi durante i quali la zecca digerisce, muta in uno stadio successivo e aspetta sull'erba il passaggio di un nuovo ospite. Una volta adulta si riproduce, la femmina depone dalle 500 alle 3000 uova al suolo e muore. Il ciclo vitale dura dai 2 ai 6 anni.
La zecca del cane (
Rhipicephalus sanguineus)
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] è marrone, a seconda degli stadi di crescita può essere grigio argento, è probabilmente la specie più diffusa al mondo, grazie alla sua preferenza per i cani domestici che ha facilitato la sua diffusione.
Il ciclo di vita di
Rhipicephalus sanguineus comprende tre stadi: larva, ninfa e adulto (maschio o femmina).
Durante tutta la sua vita, si nutre solo tre volte, di preferenza sui cani (in assenza di questi su altri animali e casualmente sull'uomo), una volta per ogni stadio.
I pasti durano 2-3 giorni per la larva e 7-9 per la femmina, dopo di che la zecca si lascia cadere al suolo. Tra un pasto di sangue e l'altro passano diversi mesi durante i quali la zecca digerisce, muta in uno stadio successivo e aspetta il passaggio di un nuovo ospite. Una volta adulta, si riproduce, la femmina depone dalle 1000 alle 5000 uova al suolo e muore. Il ciclo vitale dura dai 4 ai 6 mesi.
Come abbiamo già detto, le zecche sono vettori di diverse malattie, sia dell'uomo che degli animali:
Anaplasmosi:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]Babesiosi canina o Piroplasmosi (
Babesia canis ):
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]Borrelia- Malattia di Lime o Borriellosi:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]Ehrlichiosi canina (
Ehrlichia canis ):
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Rickettsia conorii o febbre bottonosa:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Metodo d'estrazione • Non applicare olio, petrolio, vaselina, trielina, benzina, ammoniaca, alcol, acetone o acidi, sostanze che, benché purtroppo spesso utilizzate, inducono un riflesso di rigurgito da parte della zecca con aumento esponenziale del rischio d'infezione.
• Afferrare la zecca nel punto più vicino possibile alla cute (esistono pinze specifiche in farmacia, ma anche delle comuni pinzette, possibilmente a punta sottile, possono andare bene. Esistono in commercio nei negozi specializzati delle penne con un laccio alla punta molto efficaci) per evitare la frattura dell'apparato boccale, avendo cura di non afferrarla per il corpo al fine di evitare il cosiddetto "effetto siringa".
• Tirare verso l'alto senza stringere troppo, avendo cura di non rompere il microscopico rostro della zecca che potrebbe restare ritenuto nella cute.
• Se questo avviene si potrà notare un puntino nero al centro della puntura; si dovrà quindi cercare di estrarlo usando la punta di un ago da siringa sterile e, nel caso non si riuscisse a portare a buon fine da soli questa operazione, sarà necessario contattare un medico.
• Dopo l'estrazione, disinfettare il punto in cui la zecca si era attaccata cercando di evitare disinfettanti colorati (per non rendere più difficoltosa l'individuazione di un eventuale Eritema Migrante (EM)), quindi accertarsi di uccidere l'acaro.
• Controllare nei giorni successivi che non si formi un alone anuliforme attorno alla puntura, in caso compaia contattare immediatamente il vet, la formazione di una crosticina rossa pruriginosa è invece decorso normale della puntura.