Un nemico terribile, a volte mortale, che minaccia i nostri cani, si può aggirare per i nostri giardini, e, in particolare, nelle pinete.
Si tratta della Traumatocampa Pituocampa,
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] lepidottero della famiglia delle Thaumetopoeidae comunemente detto “PROCESSIONARIA”.
E’ una farfalla le cui larve, che si sviluppano sulle conifere, in particolare sul pino nero (Pinus nigra), sul pino silvestre (Pinus silvestris), sul pino marittimo (Pinus pinaster), sul pino d’aleppo (Pinus halepensis) e su varie specie di cedro, sono dannose per le piante, per gli uomini (provocando irritazioni cutanee, oculari e problemi respiratori) e soprattutto, a causa delle loro abitudini, per i nostri cani.
La farfalla,
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] che è di colore grigiastro, con corpo tozzo e peloso con apertura alare che va dai 30 ai 45 mm., depone le uova alla fine dell’estate, le quali daranno vita a nuove larve, formando nidi serici e sferoidali di colore biancastro, contenenti da 100 a 400 uova, posti all’estremità dei rami più soleggiati.
Ma è allo stato larvale che questi lepidotteri rappresentano un grave pericolo per i nostri cani.
Le larve, che allo stadio di maturità misurano 30-40 mm., densamente pelose (proprio questi peli sono dannosi), di colore bruno con macchie rossastre e una fascia ventrale giallastra, abbandonano i nidi e scendono “in processione”, l’una attaccata all’altra, lungo i tronchi sino al suolo
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] dove si interrano per trasformarsi prima in crisalidi poi in farfalle adulte.
Il cane, spinto dalla naturale curiosità, è portato a prendere in bocca queste larve, procurandosi danni irreparabili a livello di lingua e apparati boccale, laringo-esofageo e gastro- intestinale.
Alla lingua e alla bocca provoca la necrosi dei tessuti venuti a contatto con i peli urticanti del lepidottero,
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] con la conseguente caduta della parte di organo colpito;
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] in questo caso il danno può essere limitato ma a volte è così esteso da comportare la soppressione
dell’animale.
In caso di ingestione di alcuni peli, che raramente si verifica anche a causa dell’enorme salivazione che il fatto comporta, la conseguenza è generalmente e fatalmente la morte dell’animale.
Le cure consistono nell’uso del cortisone, per limitare il gonfiore, il dolore ed evitare lo shock anafilattico; quello di antibiotici per limitare l’irruzione batterica.
Oltre ad evitare la messa a dimora di conifere ed in particolare di pino nero (Pinus nigra) ad un’altitudine inferiore a 500 metri, la lotta alla processionaria può essere meccanica o biologica.
La prima consiste nell’asportazione invernale dei nidi
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] (entro la fine di febbraio).
Si taglia il ramo e si brucia il nido contenete le larve, facendo attenzione ad evitare ogni contatto con i peli urticanti che possono provocare danni alla pelle e agli occhi.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]La seconda consiste nel trattamento della chioma della conifera con prodotti insetticidi a base di Bacillus Thurigensis varietà Kurstaki (BtK) fatto la prima settimana di settembre e ripetuto una sola volta dopo circa 15 giorni.
Il prodotto è innocuo per tutti i vertebrati.
In alternativa si possono spruzzare, nello stesso periodo e una sola volta, insetticidi a base di Diflubenzuron.
Mezzi complementari di lotta sono inoltre le trappole a feromoni sessuali per la cattura dei maschi adulti, che vanno installate nella prima metà di giugno, posizionandole su un ramo medio-alto e sul lato sud-ovest della pianta.
Uno dei cani di chi ha redatto questo articolo ha avuto la sfortuna di imbattersi in questo lepidottero.
Grazie all’istinto che lo ha portato ad espellere prontamente la larva e alle cure immediate prestate
dal medico veterinario i danni si sono limitati alla caduta di parte della lingua, cosa che non gli impedisce di condurre una vita normale.
Le cose, però, potevano andare diversamente.
Aldo Violet
Ringrazia il Dott. Massimo Faccoli del Department of Environmental Agronomy and
Crop Productions – Entomology di Legnaro (PD) e il Servizio Agricoltura e Foreste della
Regione Veneto che gli hanno consentito di documentarsi sull’argomento.